Ci risiamo. Come ogni ad inizio settembre, milioni di italiani (reggiani compresi) si ritrovano a fare i conti con lo stress da rientro. Il ritorno alle proprie normali abitudini, e alle quotidiane attività di lavoro, scuola, gestione della casa e famiglia gettano nello sconforto chi ancora si perde a riguardare le foto delle vacanze appena concluse immortalate sul proprio smartphone.
Ma quali sono i sintomi principali di questo disturbo nato e cresciuto esponenzialmente negli anni Duemila? “Stress, nervosismo, spossatezza, difficoltà nel restare concentrati e nel dormire bene. In generale, un abbassamento del tono dell’umore – spiega la psicologa dottoressa Federica Ferrante del Centro medico Lazzaro Spallanzani di Reggio Emilia – Si tratta di una sintomatologia che colpisce in modo indifferenziato uomini e donne, ragazzi e anziani”.
Ma quanto e per quanto tempo è sopportabile questo calo dell’umore? “Il periodo varia proporzionalmente alla durata della vacanza, ma diciamo che in genere fino a dieci-quindici giorni si è nella normalità. Chiaro, se i sintomi dovessero prolungarsi ulteriormente consiglio di rivolgersi a un medico per una visita e intraprendere eventualmente un percorso di sostegno psicologico. Ma senza drammatizzare, si tratta solo di una deflessione dell’umore”.
Quali possono essere dei piccoli consigli pratici da dare per eliminare, o attenuare, questo disturbo? “Il primo, anche cronologicamente, è quello di anticipare il rientro in modo da avere uno o due giorni di ‘cuscinetto’ prima del ritorno al lavoro. Due giorni utili a disfare le valige, ma anche a fare attività fisica sfruttando l’ancora bella stagione, ad avere il tempo per cucinarsi qualcosa di sano e leggero. Un altro consiglio è quello di vedere e uscire con gli amici, magari condividendo con loro i ricordi delle vacanze: ci si sentirà capiti e sollevati allo stesso tempo nel constatare i medesimi sintomi nei propri amici. E poi ricordarsi sempre di pensare positivo: stare in vacanza per sempre significherebbe non avere lavoro, non andare a scuola, non avere una famiglia: tutto sommato, meglio qualche giorno con lo stress da rientro…”.