Quello dell’ecografia è uno dei metodi diagnostici che meglio di ogni altro ha saputo cambiare aspetti fondamentali della medicina.
La possibilità, infatti, di poter utilizzare un sistema assolutamente non invasivo, privo di controindicazioni e di efficacia certificata ha contraddistinto il senso dell’evoluzione e della rivoluzione che l’ecografia ha apportato in medicina.
Si parla di un sistema non invasivo in quanto l’ecografia è in grado di controllare la conformazione delle strutture interne del corpo del paziente (organi e strutture vascolari) senza dover ricorrere ad utilizzo di bisturi, ma con la semplice interazione tra una sonda, in grado di emettere onde sonore, ed uno schermo che riproduce le immagini restituite alla sonda stessa dagli impulsi sonori.
Senza controindicazioni, in quanto questo metodo non utilizza, come nel caso di sistemi diagnostici in radiografia, l’emissione di radiazioni ionizzanti, ma si affida all’emissione delle innocue onde sonore.
In ultima istanza, è di efficacia certificata, in quanto le immagini riprodotte sullo schermo ripropongono, in maniera assolutamente fedele, la conformazione delle strutture degli organi e dei tessuti.
La rivoluzione del mezzo di contrasto
L’ecografia negli ultimi anni, in special modo a cavallo tra i due millenni, ha fatto un ulteriore salto di qualità.
Per migliorarne l’efficienza nella riproduzione delle immagini da schermo e per permettere una migliore identificazione delle patologie che possono caratterizzare organi e tessuti, è stato introdotto l’utilizzo del cosiddetto “mezzo di contrasto”.
Il mezzo di contrasto non è altro che un liquido in grado di interagire, grazie alla presenza di particolari “microbolle”, con l’emissione di onde sonore della sonda in dotazione all’ecografo.
Questo tipo di interazione si traduce su schermo in un’immagine di tonalità differente rispetto alla classica scala di grigi che va a presentarsi in ecografia. Un modo che facilita l’identificazione di problematiche negli organi e nei tessuti.
Come funziona l’ecografia con mezzo di contrasto?
L’ecografia con mezzo di contrasto segue, nelle sue fasi centrali, il classico iter dell’esame ecografico.
È nelle fasi preliminari che questo viene preceduto da un’iniezione del mezzo di contrasto per via endovenosa, in modo che questo possa seguire il normale circolo del sangue nel corpo. Solitamente questo tipo di processo viene preceduto da un esame ecografico senza mezzo di contrasto.
L’ecografia con mezzo di contrasto è spesso richiesta e necessaria per valutare lo stato di salute del fegato. In questo caso particolare, infatti, l’ecografia con mezzo di contrasto risulta utile per rilevare problematiche di natura epatica o la presenza di tessuti anomali o di conformazione irregolare che possono anche essere ricondotti a formazioni tumorali.
Lo svolgimento dell’ecografia si prolunga per circa 20 minuti, che rappresenta il tempo stimato per la resistenza del mezzo di contrasto all’interno dell’organismo, fino alla completa eliminazione di questo.
La possibile presenza di lesioni a livello epatico può essere più efficacemente identificata grazie al mezzo di contrasto in ragione del fatto che queste, solitamente, sono caratterizzate da un maggior flusso sanguigno, rendendo, quindi, più semplice la loro identificazione.
Utilizzare il mezzo di contrasto nell’esecuzione di un’ecografia, specialmente per quanto riguarda le patologie epatiche, può risultare decisivo nella diagnosi di problemi di natura piuttosto importante.
Per questo motivo l’introduzione del mezzo di contrasto in ecografia è risultata decisiva per il miglioramento di questa indispensabile pratica diagnostica.