Gli esperti in radiologia interventistica si trovano spesso a dover lavorare su condizioni patologiche delicate. Tra queste una delle più complesse è quella della tendinopatia calcificata.
La tendinopatia calcificata è un problema che colpisce spesso i tendini presenti nella spalla, nella cosiddetta cuffia dei rotatori. Questa patologia si sviluppa quando i depositi nelle strutture tendinee della spalla aumentano la densità.
Si tratta di un problema che viene diagnosticato nel 20% circa dei casi di dolori della spalla. Può svilupparsi in gradi differenti e può, quindi, avere una diversa intensità di dolore, fino a essere insopportabile.
La ricerca sviluppata attraverso un nuovo studio, comparso tra le pagine di Radiology, sta portando risultati incoraggianti per il miglioramento dei trattamenti alla cuffia dei rotatori, soprattutto per problemi come la calcificazione dei tendini della spalla.
Trattamento ecoguidato alla cuffia dei rotatori: quali sono i vantaggi?
Prima di elencare i potenziali risultati vantaggiosi che questa ricerca ha permesso di riconoscere è indispensabile chiarire che, a livello scientifico, non esistono posizioni omogenee sui trattamenti contro le calcificazioni tendinee.
Fatta questa doverosa premessa è altrettanto utile ricordare come proprio il metodo ecoguidato sia sempre più considerato in tutto il mondo per questo tipo di trattamenti. I più utili sono caratterizzati dall’impiego di un singolo ago per la procedura definita “irrigazione percutanea ecoguidata”.
Lo studio in questione ha evidenziato come la potenzialità nell’utilizzo di un duplice ago per la procedura sia ulteriormente amplificata nell’efficacia.
Il confronto tra le due modalità è stato sviluppato su 211 soggetti divisi in gruppi di 77 uomini e di 134 donne. I soggetti avevano un’età compresa tra i 24 e i 69 anni.
I risultati più importanti nell’utilizzo di questa pratica sono stati quelli relativi alla possibilità di recidiva degli accumuli di calcio nelle strutture tendinee. Le due procedure, senza differenza alcuna, hanno permesso di evidenziare una mancanza di calcificazioni o lo sviluppo di lesioni nei tessuti. Tutto questo a 12 mesi di distanza dall’applicazione della procedura.
A fare la differenza nei risultati, rispetto al confronto tra le due pratiche di trattamento ecoguidato, è la dimensione del diametro degli aghi. Per la procedura a due aghi, infatti, si è scelto di utilizzare aghi del diametro di 1,7 mm, mentre in quella a singolo ago, si è scelto di favorire l’utilizzo di un ago da 1,3 mm.
Il risultato più importante è la notevole riduzione nei tempi della procedura per le calcificazioni dure, facendo leva sui due aghi da 1,7 mm. l’applicazione è stata utile soprattutto per una rimozione efficace di tutto il calcio accumulato nelle strutture tendinee della cuffia dei rotatori.