La materia di per sé affascinante ed ancora così pregna di mistero e di particolari processi del tutto sconosciuti è uno stimolo ad approfondire le conoscenze che abbiamo relativamente ai processi che regolano il funzionamento dei circuiti cerebrali.
Imparare a conoscere quello che è il funzionamento dei circuiti cerebrali può aiutarci a comprendere tutta una serie di processi legati all’interazione del cervello con il resto del corpo e a sviluppare una serie di interventi precisi utili come strategia di trattamento in molte patologie che interessano il cervello.
In questo specifico campo si muove la neuromodulazione, con la quale si intende quella serie di processi che vengono sviluppati per intervenire direttamente sulle modalità di funzionamento dei circuiti cerebrali. Questo tipo di stimolazione può avere caratteristiche differenti che vanno ad attingere da processi di tipo magnetico, di tipo elettrico, luminoso o semplicemente fisico.
La neuromodulazione per stimolare i processi del cervello
Sono diverse le tecniche che vengono utilizzate per lavorare sui circuiti cerebrali e vengono divise in maniera specifica tra tecniche di carattere invasivo e tecniche di carattere non invasivo. L’interesse per le tecniche di carattere non invasivo si giustifica da sé, in relazione anche alla natura piuttosto complessa di quella che è l’area da trattare.
Tra le tecniche di tipo non invasivo quelle che sono più utilizzate sono la stimolazione magnetica transcranica, meglio conosciuta con l’acronimo TMS e la stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS).
Stimolazione magnetica transcranica
La procedura di utilizzo di questa particolare tecnica di neuromodulazione del cervello viene definita più precisamente stimolazione magnetica transcranica ripetitiva, ed è meglio nota con l’acronimo rTMS. Questa tecnica viene sviluppata attraverso l’utilizzo di una bobina o generatore per i campi magnetici che viene applicato nella zona nella quale si è interessati a sviluppare la stimolazione.
Il processo di stimolazione sfrutta il magnetismo per produrre una serie di effetti specifici. Questi effetti intervengono direttamente sulla plasticità del cervello e vanno a condizionare il numero delle connessioni cerebrali aumentando la capacità di adattamento del cervello grazie anche allo sviluppo di un numero più alto di neuroni.
Gli esperti sviluppano la stimolazione magnetica transcranica in un programma di diverse sedute utili a fornire un effetto più a lungo termine della terapia, ma anche a valutare quella che è la natura del disturbo stesso attraverso le differenti risposte che la zona trattata fornisce lungo tutto l’arco delle sedute.
Stimolazione transicranica a corrente diretta
Altro metodo non invasivo di neuromodulazione è la stimolazione transcranica a corrente diretta o tDCS. Questo tipo di tecnica, a differenza della stimolazione magnetica transcranica, sfrutta impulsi elettrici trasmessi nella zona da trattare direttamente grazie all’applicazione di un elettrodo.
È un tipo di tecnica che può essere applicata per disturbi specifici del cervello, come le problematiche legate al funzionamento della memoria, oppure ai disturbi legati ai processi del linguaggio. È un tipo di procedimento assolutamente mininvasivo ed innocuo che funziona ad un’intensità molto bassa e che viene sviluppato in sedute giornaliere utili a completare un ciclo di 15 o 30 ripetizioni.
Lo studio dei processi del cervello si sta muovendo su un sentiero che possa coniugare efficacia e mininvasività soprattutto grazie ai processi di neuromodulazione. Un deciso passo avanti in un ambiente ancora tutto da scoprire.