La natura piuttosto variabile relativamente ai sintomi dell’eiaculazione precoce, ovvero lo sviluppo di una patologia che porta l’uomo all’eiaculazione attraverso minimi stimoli nell’atto sessuale, non consente ancora di identificare appieno le cause che portano ad un fenomeno particolarmente difficile da affrontare, soprattutto sotto l’aspetto psicologico.
Il problema dell’eiaculazione precoce è oggi uno dei principali impieghi nel campo della sessuologia e sta spingendo la ricerca verso una migliore conoscenza di questo tipo di problematica anche attraverso l’utilizzo di approcci multidisciplinari che possano garantire risultati sia se utilizzati singolarmente, sia se utilizzati in combinazione tra di loro.
Nello specifico è possibile far riferimento a due differenti tipologie di eiaculazione precoce: l’eiaculazione precoce primaria e l’eiaculazione precoce secondaria.
Si parla di eiaculazione precoce primaria quando si fa riferimento a quel tipo di eiaculazione che si manifesta subito, nell’atto sessuale, mentre l’eiaculazione precoce secondaria tende a presentarsi dopo un determinato periodo di tempo ed un numero di rapporti sessuali ritenuti piuttosto soddisfacenti.
Trattare l’eiaculazione precoce attraverso un approccio farmacologico
L’eiaculazione precoce e le particolarità di questo fenomeno, richiedono uno studio di tipo più approfondito per far sì che le modalità di intervento siano più efficaci nel risolvere quello che, prima di tutto, è un problema di carattere psicologico, dato che, in sé, l’eiaculazione precoce non causa danni evidenti per la salute della persona.
Ad oggi, non esiste un sistema garantito che possa permettere di risolvere le problematiche relative all’eiaculazione precoce, ma una serie di approcci che, in una larga maggioranza di casi, hanno portato ottimi risultati.
Uno di questi approcci è quello farmacologico. Non esistono farmaci studiati appositamente per il trattamento dell’eiaculazione precoce ma, in base a studi di sviluppo recente, sono stati identificati due tipologie di farmaci in grado di portare buoni risultati nella risoluzione del problema: gli antidepressivi serotoninergici ed i bloccanti alfa-adrenergici.
Antidepressivi serotoninergici – questo tipo di farmaci hanno un’azione diretta sulla libido nell’attività sessuale. Se sapientemente dosati, questi possono garantire un’azione ritardante dell’orgasmo, anche se hanno un’azione effettiva che richiede un’assunzione preventiva di almeno 10-15 giorni.
Bloccanti alfa-adrenergici – questa classe di farmaci è in grado di fornire una riduzione della reattività muscolare, permettendo così di limitare le funzionalità relative alla sensibilità degli stessi diminuendo così lo stimolo recepito dal sistema nervoso centrale.
Il trattamento dell’eiaculazione attraverso la terapia comportamentale
Il secondo “schema” più utilizzato per il trattamento dell’eiaculazione precoce è quello che prevede l’utilizzo della terapia comportamentale.
La terapia comportamentale è spesso utilizzata in psicoterapia per valutare un paziente in base al comportamento che questo assume in un determinato contesto.
L’utilità della terapia comportamentale nel trattamento dell’eiaculazione precoce è legata alla partecipazione di tutti e due i membri della coppia alle sedute. Questo tipo di intervento è volto a conoscere più nel particolare i meccanismi che regolano la convivenza in coppia e ad intervenire direttamente su quelli che possono essere i difetti di “autocontrollo” del maschio all’interno di questa e nell’atto sessuale.
Sebbene questi due differenti tipi di intervento non abbiano un riscontro sistematico nella loro applicazione si sono rivelati entrambi assai efficaci in una grande maggioranza di casi di eiaculazione precoce.
Un consulto con il proprio medico potrà aiutare la coppia a comprendere meglio ed a scegliere quale dei due può essere l’approccio più adatto al caso.